e Lara risorse dalle sue ceneri...
GRAFICA: 10
GAMEPLAY: 10
SCENEGGIATURA: 8,5
INNOVAZIONE: 7
SONORO: 9
FATTORE PARTNER: Se piace la signorina Croft
VOTO FINALE: 9,5
Anno 2013, al crepuscolo delle console di questa generazione, torna dalle proprie ceneri la signorina Croft più giovane e tirata a lucido, per un prequel in grande stile.
Non voglio annoiare nessuno parlando della storia di Tomb Raider e della sua eroina entrata nell'immaginario collettivo di molti nerds su PC (fra cui il sottoscritto) che negli anni novanta si divertivano e sognavano di incontrare veramente Lara, per partire con lei in avventure mirabolanti e vedere cosa c'era veramente sotto quella aderentissima canotta blu.
I primi 2 Tomb Raider sono dei capolavori assoluti della storia videoludica: dal terzo in poi si vede la voglia di spremere il franchise al massimo e guadagnare sempre più dollari, riproponendo sempre le stesse dinamiche e lo stesso gameplay;
l'unica cosa che cambiava era la nostra Lara che aumentava 2 taglie di reggiseno da gioco a gioco, che utilizzava vestitini sempre più sexy, fino ad arrivare a delle labbra grosse come quelle di Lilli Gruber!
Questo comportamento innervosì a non finire i fan di Lara che ok erano dei Nerds arrapati all'inverosimile, ma accettarono di essere presi per il culo fino ad un certo punto; Lara andò piano piano a scomparire nelle notti estive dei nostri eroi (che cominciarono a preferire le maggiorate di carne ed ossa), e i giochi andavano a riempire i magazzini degli invenduti piuttosto che le camerette dei sopracitati.
Quindi il marchio ormai in rovina viene acquistato dalla Square Enix che, a dire la verità, sembrava non sapere che farsene della nostra Lara fino ad oggi.
Già perchè proprio alla fine della vita delle nostra amata-odiata Ps3, Tomb Raider dimostra che forse l'abbiamo data per morta troppo presto, e il gioco raggiunge vette grafiche mai toccate prima da nessun'altro gioco!
Il gioco è per l'appunto un prequel e vede la nostra Lara giovanissima (17 anni) alle prese con la sua prima vera avventura: la nave che la trasporta finisce a schiantarsi a causa di una tempesta in un isola misteriosa al largo delle coste Giapponesi.
Ben presto la nostra giovane eroina scopre che niente avviene per caso e che l'isola nasconde un terribile segreto tenuto nascosto per secoli, un segreto che porterà Lara alla lotta estrema per la sopravvivenza.
L'isola maledetta è caratterizzata benissimo: quasi totalmente esplorabile e con una cura nei dettagli, nei magnifici giochi di luce, nella costruzione maniacale da parte degli sviluppatori di ogni zona (da quella costiera alla montagna innevata) tutto è reso alla perfezione per stupire il videogiocatore fino all'ultimo secondo di questa campagna.
Il gameplay è solidissimo, Lara risulta più umana che mai: è praticamente impossibile non provare empatia per questa ragazzina alle prese con una situazione più grande di lei, i combattimenti sono impegnativi ma non frustanti, l'arsenale che Lara trova durante la sua avventura è migliorabile grazie ad un menù stile giochi di ruolo
(le armi non sono mai banali o fine a se stessi ma perfettamente integrati nella campagna) le fasi di esplorazione sono meravigliose e la varietà delle situazioni e dei paesaggi sono, a mio modo di vedere, il meglio di questa generazione videoludica.
Unico punto dolente in questo capolavoro è la quasi totale mancanza di enigmi da risolvere che hanno reso famosa la nostra eroina in passato; le tombe ci sono ma gli enigmi sono troppo facili e anche se per qualche motivo vi trovate in una seppur minima difficoltà c'è “l'istinto di sopravvivenza di Lara”, attivabile con un comodo click, che vi evidenzia i punti dove andare o cosa fare per risolvere gli enigmi.
Quindi state tranquilli, tutto è stato pensato per rendere il gioco un bellissimo film d'azione interattivo, per buona pace di quelli come me che gradirebbero un po' di sfida in più che non sia solo sparare e uccidere qualcuno (e che rimpiangono i bei tempi di Tomb Raider 2 dove per superare certi enigmi ci voleva l'intera nottata).
In conclusione i ragazzi di Cristal Dinamics non si sono inventati niente: hanno preso spunto chiaramente dalla serie
Uncharted (una delle serie più riuscite di questa generazione) rendendole giustamente omaggio e hanno cercato di migliorarne ogni suo aspetto, dalla grafica al gameplay, curando ogni più piccolo particolare:
e come degli ottimi sarti hanno confezionato un ottimo vestito da sera per il ritorno in società della signorina Croft.
Il gioco è consigliato a tutti quelli che amano i film alla
Indiana Jones (Lara è un'archeologa) e a tutti quelli che si vogliono stupire di quanto i giochi ormai siano vicinissimi ai film, ma con un grado di empatia nettamente superiore.
Quindi per me non è ancora ora di PS4, sono sicuro che la PS3 prima di andare in pensione ha ancora le cartucce migliori da sparare, tipo questo capolavoro grafico che si chiama Tomb Raider.