Guardiamoci nelle palle degli occhi Capcom!!!
GENERE:
Sparatutto terza persona, action
GRAFICA: 8,5
GAMEPLAY: 8
SCENEGGIATURA: 8
INNOVAZIONE: 8
SONORO: 8
FATTORE PARTNER: POCO TOLLERABILE
VOTO FINALE: 8
La saga di Resident Evil nasce e viene amata dai suoi fan (fra cui non ci sono io) come
survival horror.
Dopo aver giocato a Resident Evil 5 mi sono chiesto subito dove sarebbe questo survival horror: il gioco mi era piaciuto molto, sia come grafica che come gameplay, ma era lampante il fatto che fosse uno sparatutto in terza persona.
Infatti il gioco fu criticato in maniera feroce dai fan di vecchia data (anche troppo secondo me), accusando Capcom (la casa di produzione)
di aver venduto il nome della saga per fare “soldi facili” perdendo completamente lo spirito da survival horror.
Capcom prende una decisione sorprendente: decide di ascoltare i suoi fan storici e in questo sesto capitolo della saga cerca di correre ai ripari offrendo un collage di tutti i capitoli della serie in un unico gioco.
Il gioco offre 3 campagne distinte in cui i nostri eroi dovranno combattere una minaccia bioterroristica chiamata Virus C che sta infestando varie zone della terra (dagli Stati Uniti, all'e
Europa dell'est fino ad arrivare in Cina) con lo scopo di infettare e distruggere il genere umano.
Nella prima campagna interpreteremo
leon, un vecchio personaggio della serie, che sarà incolpato con la sua collega (Helena) della morte di nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti: e uccidendo zombi a destra e a manca cercherà di sventare questo complotto bioterroristico che comprende anche le più alte sfere del sistema di sicurezza americano.
La prima campagna è quella chiaramente più survival ed è anche quella che mi è piaciuta di più; in certi momenti quando sei circondato dagli zombi che si avvicinano famelici non dico di aver avuto paura, ma un brividino dietro alla schiena mi è scappato.
Dal punto di vista grafico c'è un qualche calo qualitativo delle texture e degli sfondi ma nulla di scandaloso.
Nella seconda campagna interpretiamo l'eroe di Resident Evil 5, il militare
Chris, che combatte il Virus C da svariati anni (e svariati capitoli), stanco e in crisi di identità perchè quasi tutti i suoi colleghi e i suoi amici gli sono morti accanto, troverà nuova linfa vitale grazie al suo secondo che gli ricorda che la lotta contro il terrorismo viene prima di tutto e di non mollare mai.
Se dal punto grafico questo capitolo risulta ineccepibile; dal punto di vista della storia lascia alquanto a desiderare rispetto alla prima campagna, e gli zombi lasciano il campo ai terroristi modificati Jeko, che sono molto combattivi
ma il gioco lascia definitivamente il seppur accennato genere survival per uno sparatutto in terza persona puro e semplice.
Nella terza campagna gli sviluppatori hanno cercato di fare un ibrido dei primi 2 e se di brividi non se ne registrano più in queste latitudini,
la lotta estrema contro il mostrazzo più ben riuscito dell'intero gioco, i pochi proiettili a disposizione e le scene di fuga tipicamente action, rendono questo capitolo il più adrenalico e riuscito dell'intero gioco, con dei personaggi veramente interessanti (sia il personaggio principale che il suo partner che i nemici principali) con un livello grafico sempre eccellente e un gameplay mai frustante ma molto adrenalinico.
Alla fine delle tre campagne principali ne sbloccherete una quarta in cui interpreterete
Ada Wong, un personaggio che avete già incontrato nelle altre campagne, che servirà a far luce sull'intera storia e vi permetterà di collegare i vari pezzi della trama che risultavano ancora oscuri.
Già perchè la vera novità di Resident Evil 6 è il fatto di separare in campagne un'unica storia e di farvi vivere la trama da tanti punti di vista diversi; una scelta coraggiosa da parte di Capcom, che non centra perfettamente il bersaglio ma può fungere da apripista per un sistema di sviluppo della trama innovativo e, in mano alle persone giuste, sorpendente.
In conclusione secondo me Capcom ha compiuto un solo ma imperdonabile errore:
con il fatto di non voler scontentare nessun fan non ne ha accontentato nessuno; e vi lascio con due pensierini della buona notte!
Il primo è che fare survival horror al giorno d'oggi con un pubblico abituato e assuefatto ad ogni genere di orrore non è difficile: è quasi impossibile! (per questo benedico ogni giorno la saga di dead space!!!)
La seconda è che se la Capcom avesse seguito i propri istinti e non avesse voluto accontentare nessuno, e soprattutto invece di chiamare il gioco Resident Evil 6 l'avesse chiamato in qualsiasi altro modo!!!
(che so' EVIL IN THE RESIDENT) i videogiocatori e sopratutto le riviste principali di settore l'avrebbero giudicato un capolavoro.
Il mio parere è che se Capcom lascia definitivamente l'idea di sparatutto in terza persona per buttarsi definitivamente sul genere action (
la terza campagna è quella più nelle loro corde) e sopratutto rinuncia al nome di Resident Evil, non solo si fa' un favore enorme,
ma chissà un giorno riuscirà ancora a partorire un survival horror degno di questo nome (miracolo!!!).